Perché i meme “proibiti” ci fanno ridere (più del lecito)
Dai meme oscuri su Reddit alle battute borderline che girano nei canali Telegram più alternativi, l’umorismo trasgressivo segue delle logiche tutte sue — ma profondamente radicate nel cervello umano. Scienziati, psicologi e sociologi concordano su un fatto: il fascino del proibito è un potente meccanismo evolutivo, che rende certi contenuti irresistibilmente divertenti.
Il cervello ama la trasgressione (se è sicura)
Sono gli studi neuroscientifici a spiegare perché ridiamo più facilmente quando un meme infrange sottilmente le regole sociali. Quando consumiamo contenuti ritenuti socialmente inappropriati, ma che non percepiamo come davvero pericolosi, il cervello rilascia dopamina. È la stessa sostanza chimica che ci fa sentire bene quando ci innamoriamo, vinciamo qualcosa o semplicemente mangiamo qualcosa di buono.
Questo accade perché i meme proibiti attivano doppiamente i nostri centri di piacere: ci premiano per aver trovato qualcosa di nuovo e — per certi versi — “vietato”. Si parla infatti di effetto frutto proibito: ciò che non si dovrebbe vedere, dire o ridere diventa misteriosamente più affascinante, soprattutto online, dove l’anonimato e l’accesso illimitato rendono la trasgressione digitalmente “sicura”.
La teoria della violazione benigna
Uno dei modelli più accreditati per spiegare l’umorismo è la “benign violation theory”. Secondo questo approccio, ridiamo quando due cose accadono contemporaneamente:
- Si infrange una regola culturale o morale
- Percepiamo che lo si stia facendo in modo innocuo (benigno)
I meme trasgressivi funzionano perfettamente in questo schema: mettono in discussione tabù sociali, ma lo fanno in modo giocoso o grottesco, così da permettere al cervello di rilassarsi e — semplicemente — ridere.
Quando ridere diventa un atto sociale
Sembra un paradosso, ma l’umorismo trasgressivo crea comunità. Online, riconoscere e ridere di certe battute “estreme” è un modo per far parte di una nicchia. Non tutti capiscono o accettano quel tipo di comicità, e per questo comprendere e apprezzare quei contenuti diventa un gesto di appartenenza. È come parlare un linguaggio segreto che solo alcuni “iniziati” sanno veramente decifrare.
Perché ci attrae l’umorismo nero?
Secondo uno studio pubblicato su Cognitive Processing, chi apprezza l’umorismo nero ha spesso caratteristiche psicologiche ben definite:
- Elevata intelligenza verbale
- Maggiore autocontrollo e resilienza emotiva
- Più alta maturità psicologica
Questo perché l’umorismo nero o cinico richiede un’elaborazione mentale più profonda. Non si tratta solo di “capire” la battuta, ma anche di avere il giusto distacco emotivo per ridere senza sentirsi colpevoli.
Il potere virale dei meme underground
I contenuti più provocatori hanno spesso una viralità superiore alla media. Questo succede perché:
- Suscitano emozioni forti e immediate, dalla sorpresa al disgusto
- Fanno leva sull’effetto esclusività: non tutti “possono” o “osano” condividerli
La loro diffusione avviene soprattutto in ambienti dove le regole sono più flessibili e le identità meno esposte — come forum anonimi, community chiuse o gruppi crittografati. Qui, ridere diventa quasi un atto di complicità.
Memetica e identità culturale
Le community digitali non sono solo luoghi di intrattenimento: sono veri spazi culturali in cui si forgiano linguaggi, identità e sottoculture. Capire a fondo un certo tipo di umorismo significa essere “dentro” a un mondo, con tutti i suoi codici e riferimenti. I meme più sofisticati e trasgressivi richiedono un background condiviso che va oltre la semplice battuta.
Tra censura e curiosità: il paradosso
Più qualcosa è censurato, più lo vogliamo vedere. È l’effetto Streisand: cercare di nascondere un contenuto lo rende automaticamente interessante. Ecco perché i tentativi di limitare l’umorismo trasgressivo online spesso ottengono l’effetto opposto. Un contenuto rimosso o etichettato come “inappropriato” diventa una sfida da decifrare, una perla da scovare nella marea di meme omologati.
Un equilibrio tra libertà e responsabilità
L’umorismo trasgressivo non è per tutti, e questo non è necessariamente un male. Può essere uno strumento per esplorare tematiche difficili, esorcizzare paure o affrontare traumi — ma anche un’arma a doppio taglio se usato senza empatia o consapevolezza. Riconoscere i limiti delle battute che circolano nella propria bolla digitale è parte della maturità emotiva che rende l’umorismo davvero efficace (e non solo provocatorio).
Quando ridere sfida le regole — e alla fine ci libera
I meme proibiti funzionano perché riescono a unire trasgressione e sicurezza, rischio simbolico e protezione sociale. Offrono una via di fuga dai codici rigidi del politicamente corretto, ma lo fanno in uno spazio controllato e circoscritto. È lì che il nostro cervello si sente più libero: quando può ridere delle regole senza infrangerle davvero.
Alla fine, ridere di ciò che è “troppo” non è solo una pulsione ribelle. È un modo per affermare la propria individualità, sfidare le convenzioni — e, forse, capire un po’ meglio i confini della nostra cultura.
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